Si tratta del mio metallo preferito dopo l’oro: il platino.
Avevo già annunciato qui una storica anomalia del rapporto del prezzo del platino
in confronto a quello dell’oro.
In pratica, nella normalità delle cose il platino dovrebbe costare più dell’oro.
Da febbraio invece questo metallo prezioso ha uno sconto del 20% rispetto al
metallo giallo.
Si tratta del più forte sconto mai visto dagli anni ’80!
E da febbraio a oggi, le cose non sono molto cambiate:
Come si vede dal grafico, il rapporto normale medio tra platino e oro sarebbe
intorno a 1,47 (che corrisponde a un platino che costa almeno il 47% più dell’oro).
Oggi invece si è stabilizzato a 0,77, che corrisponde a un platino che costa il 23% MENO dell’oro.
Questa è una forte anomalia, dato che negli ultimi 20 anni il platino ha sovraperformato l’oro l’86% delle volte.
La naturale sopravvalutazione del platino riflette il fatto che si tratta di un metallo più raro.
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Tanto per fare un esempio, nel 2015 le once d’oro prodotte da Cina e Australia sono state maggiori delle once di
platino prodotte in tutto il mondo.
Una correlazione così storicamente determinata non potrà che spingere prima o poi
il platino a ritornare al suo normale rapporto medio con l’oro.
In effetti, se guardiamo più nel dettaglio la correlazione negli ultimi 12 mesi,
vediamo che il platino sta già tentando di farlo:
Come si vede a sinistra del grafico, il platino aveva già raggiunto un minimo storico a gennaio.
Da allora aveva tentato di invertire la media, raggiungendo 0,84 a maggio.
Questa salita ha però avuto un arresto a causa del forte incremento dell’oro (spinto da
4 anni di ribassi), che ha doppiato il rialzo del platino risalendo nel 2016 del 20%,
laddove il platino ha incrementato la quotazione solo del 10%.
Le cose però oggi sono un pò diverse.
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Anzitutto, il sentimento di molti trader sull’oro è che abbia raggiunto un livello da cui
non si muoverà per un pò, specie dopo il forte rialzo post-Brexit.
In secondo luogo, il deficit di produzione del platino continua a salire anno dopo anno.
Dal 2013 al 2015 il deficit è stato di 578.000 once.
Ciò vuol dire che la produzione di platino non è riuscita a coprire la domanda totale.
Manca un margine di 578.000 once che è rimasto inevaso.
Secondo il World Platinum Investment Council, quest’anno ci sarà un altro deficit di
455.000 once (ma secondo un analista del settore, Johnson Matthey, il deficit arriverà
a 860.000 once); e parliamo del solo 2016!
Dal 2012 a oggi, le scorte di platino si sono ridotte del 50% e di questo passo fra tre anni
potrebbe non esserci più platino nei magazzini di tutto il mondo.
Tanto per peggiorare le cose, all’inizio di quest’anno lo sciopero selvaggio presso la
miniera della Northam Platinum Zondereinde in Sud Africa ha bruciato il 3% della
produzione annuale di questa società… E si tratta della società che produce il 5% della
produzione mondiale di questo metallo.
In Zimbabwe invece il governo ha deciso di riprendersi circa 70.000 acri delle terre che
aveva dato in licenza a una sussidiaria locale della Impala Platinum.
La perdita di queste terre ridurrà di molto la produzione di questa società, che fornisce
circa la metà del platino di tutto il Paese.
Tutti questi eventi non sono passati inosservati, e i mercati hanno iniziato a “prezzarli”,
facendo recuperare posizioni al platino anche nel bel mezzo del forte incremento dell’oro.
Perciò, anche se il trend ha aspettato un pò a partire, prima o poi dovrà manifestarsi
con dei rialzi a due cifre percentuali che soprenderanno gli investitori.
Il platino è dunque un buon modo per aggiungere rendimenti a quelli che già gli investitori stanno
ottendendo con l’oro.
Etf Physical Platinum Share (PPLT) è l’Etf che avevo segnalato nell’articolo di febbraio per
monitorare questo trend.
Alla tua prosperità!
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