Il trend a rialzo dell’oro diventa sempre più interessante, ma sempre più difficile per chi vuole ricavarne gli alti rendimenti che promette.
Ora più che mai, in questa nuova corsa all’oro contano informazioni e analisi approfondite che coprano ogni angolo del mondo e ogni pattern statistico dimenticato da Dio.
Ormai anche il più piccolo dettaglio trascurato può farti pedere il ritmo di alti e bassi che sta interessando questo trend. E se perdi il ritmo, inizi a reagire in ritardo e a andare in controtrend senza accorgertene (o meglio, te ne accorgi solo quando inizi a perdere soldi).
In questo articolo ti passerò altri nuovi pattern statistici e nuove informazioni che, sono certo, non avrai modo di leggere da nessun’altra parte.
Così, alla fine di questo articolo ti sarà più chiaro come mai solo noi di Segnali di Borsa stiamo azzeccando le mosse a sorpresa di questo trend…(per forza: quando si hanno informazioni di prima mano, il vantaggio competitivo è enorme!).
Guarda tu stesso. Consulta i nostri articoli precedenti sull’oro qui, qui e qui. Confronta le date di questi articoli con il grafico dell’oro nei periodi successivi e dimmi se non abbiamo coperto con la massima precisione tutti i movimenti principali del trend (poi confrontali con le informazioni che avevi ottenuto da altre fonti e dimmi se non siamo stati enormemente più realistici e operativi degli altri).
Ti dico questo non solo per orgoglio personale, ma per dimostrarti che questo trend è una storia complessa che parte da lontano e perciò solo chi l’ha capita fin dall’inizio può sperare di fare previsioni sul suo andamento futuro.
La situazione attuale del trend dell’oro è presto detta: c’è un trend a rialzo che sta facendo una sensibile correzione a ribasso.
Al punto in cui siamo, dobbiamo convivere con questa doppia faccia del trend e monitorare tutto ciò che è capace di rinforzare questi rialzi e ribassi.
Nel nostro ultimo articolo ti ho già spiegato tutto ciò che devi sapere sul ribasso attuale.
In questo articolo invece non voglio farti perdere di vista le forze che spingono il trend a rialzo principale, di cui il ribasso attuale (per ora) sembra essere solo una pausa naturale.
La prima notizia di rilievo sul trend rialzista è un interessante confronto statistico tra il trend attuale e il rialzo dell’oro avvenuto negli anni ’70 del XX secolo.
Quando ho letto questo confronto sono scattato sulla sedia e ho iniziato a credere in Dio. Giudica tu stesso…
In quel periodo, il rialzo dell’oro fu dovuto a un insieme di fattori:
- crisi di fiducia nel governo USA (che portò all’elezione di Reagan negli anni ’80)
- svalutazione del dollaro da parte della Federal Reserve
- aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse (che arrivarono fino al 13%)
- recessione e disoccupazione
E’ interessante notare come alcuni di questi fattori sono simili a quelli che hanno innescato il rialzo attuale dell’oro, mentre altri sono del tutto diversi.
La crisi di fiducia nei politici c’è ancora, ed è anzi estesa a tutti i governi mondiali, non solo al governo Carter di allora.
Anche la svalutazione del dollaro e l’espansione monetaria è un elemento presente oggi, portato all’eccesso al punto che ormai tutte le banche centrali del mondo lo hanno messo in pratica nelle loro rispettive valute.
La recessione mondiale è molto più forte di quella di allora. E come allora, le politiche espansive monetarie non riescono a risolverla, ma anzi la peggiorano.
La differenza maggiore rispetto ai nostri tempi sta nell’inflazione, che oggi è sostituita dalla deflazione e dai tassi d’interesse a zero o sotto lo zero.
Questo, sia detto per inciso, dimostra che non c’è una relazione diretta tra l’aumento del prezzo dell’oro e l’inflazione e che tutte le teorie in merito (di cui Harry Dent è il massimo esponente) confondono l’inflazione (effetto) con l’espansione monetaria (causa).
Ma non è questa la notizia sorprendente. Il vero scoop arriva adesso.
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Quello che mi ha davvero colpito in questa relazione è che il trend iniziato all’inizio degli anni ’70 e conclusosi col picco del 1980 sta avendo delle incredibili somiglianze (anche a livello di valori percentuali) con il trend a rialzo di oggi.
Ti riassumo cosa successe negli anni ’70.
Nel 1974, dopo la decisione di Nixon di slegare il valore del dollaro a quello dell’oro e l’inizio delle manovre di allentamento monetario della Fed, il prezzo di questo metallo aumentò da 35 dollari (1971) a 180 dollari.
In seguito, l’oro subì una correzione, scendendo del 40% a 110 dollari (agosto 1976).
Da quel momento, iniziò uno storico rally che portò l’oro a 180 dollari nel 1978 fino ad arrivare a 850 dollari nel 1980 (un rally del 2330% rispetto al prezzo del 1971).
Ora, guarda qua che sorprendenti analogie con il rally di oggi (nota le percentuali):
- anni ’70: il prezzo sale da $35 nel 1971 a $180 nel 1974 (+414%)
- oggi: il prezzo sale da $280 nel 2000 a $1.888 nell’agosto del 2011 (+574%)
- anni ’70: Correzione 1974-76 da $197 a $110 (-44%)
- oggi: Correzione 2011-15 da $1.888 a $1.056 (-44%)
Lo so, sembra Nostradamus, ma le percentuali sono calcolate con precisione…e sono quasi esattamente le stesse…sono rimasto anch’io basito!
Secondo questa correlazione, oggi dovremmo trovarci nei pressi del 1976…
Infatti oggi l’oro è circa il 26% sopra il minimo storico del novembre 2015, che equivale al prezzo di 132 dollari del novembre 1976.
Se la correlazione “nostradamica” dovesse continuare, nei prossimi tre o quattro anni il prezzo dell’oro dovrebbe arrivare a 6.800 dollari o oltre.
Questo risultato è molto vicino a quello ipotizzato da alcuni analisti “estremisti”, come Jim Rickards, che prevedono la salita del metallo giallo tra i 5.000 e i 10.000 dollari.
Il grafico qui sotto mostra visivamente questa correlazione (rosso il rialzo di oggi, nero quello degli anni ’70):
In base a questa correlazione, si dovrebbe ipotizzare che il famoso minimo storico del novembre 2015 rappresenti nient’altro che il termine di una lunga fase di correzione a ribasso di un trend a rialzo molto più lungo.
Sarà vero?
Non possiamo dirlo, ma personalmente mi sono incorniciato questo grafico e lo seguirò nei prossimi anni. Se le cose dovessero andare davvero secondo questa correlazione, magari inizierò a credere seriamente in Dio….
Ma restiamo coi piedi per terra e continuiamo la nostra esplorazione del trend a rialzo dell’oro.
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Come ti dicevo, la mia ipotesi attuale su questo rialzo è semplice: c’è un trend a rialzo più forte che è attualmente “mascherato” da una naturale pausa di correzione a ribasso.
A differenza dei molti fanatici dell’oro che infestano il web, non sono particolarmente affezionato a questa ipotesi e se i fatti inizieranno a andare nella direzione opposta non avrò alcun problema a rivedere tutto.
Nel frattempo però considero con una certa sicurezza il trend a rialzo più forte rispetto alla correzione a ribasso per un semplice motivo: oggi i grandi capitali sono in fuga dai titoli di stato e dalle obbligazioni in generale e vanno verso l’oro (oltre che verso obbligazioni e azioni denominati in dollari). E sono i grandi capitali di investimento che alla fine muovono davvero i prezzi.
Si tratta di una considerazione molto banale e ti consiglio di aderire anche tu a questa banalità, se non vuoi perdere la testa (l’oro ha questa caratteristica…tende a farti innamorare e inizi a vedere cose che non ci sono…stai ancora pensando a quel grafico di sopra, vero?).
Ho già trattato questa ipotesi terra-terra negli altri articoli, e ora ti faccio vedere i soli due grafici che devi tenere d’occhio per verificare se questa ipotesi da contadino starà ancora in piedi nei prossimi mesi.
Il primo grafico illustra gli acquisti in oro che le banche centrali di tutto il mondo hanno iniziato a fare senza dire niente a nessuno:
Gli acquisti sono iniziati nel lontano 2011 e nel primo trimestre del 2016 (non incluso nel grafico) sono aumentati del 28%.
Quindi, il primo fattore di rialzo sono i capitali delle banche centrali che sono stati convertiti in oro.
Il secondo grafico da monitorare è quello che illustra gli acquisti di oro da parte dei grandi fondi di investimento:
Il grafico è molto aggiornato e arriva fino a lunedi scorso, ma ciò che ci interessa è l’andamento generale raffigurato, secondo cui quest’anno i grossi fondi di investimento hanno incamerato 17.828 once per un valore di circa 16,2 miliardi di dollari. E questi acquisti letteralmente hanno annientato le vendite che c’erano state nel 2015 e che ammontavano a “soli” 2,7 miliardi di dollari.
Ma la cosa sorprendente è che questo incremento (limitato alla sola metà di quest’anno, visto che il 2016 non è ancora finito), è più alta dell’incremento di oro avvenuto nel 2009 a seguito della famosa crisi finanziaria globale.
Gli acquisti di oro da parte dei grandi fondi è in conclusione l’altra grande spinta a rialzo dell’oro, e ha inciso sul prezzo del metallo giallo molto più degli acquisti delle banche centrali, come si vede in questo grafico:
Il rettangolo giallo che rappresenta gli acquisti di oro dei fondi supera quello delle banche centrali di Cina, Russia, Svizzera e Giappone ed è paragonabile a quello di alcuni Stati, come Francia, Italia e Germania e di poco inferiore a quello del Fondo Monetario (sulle iperboliche detenzioni di oro degli Stati Uniti invece vi sono molti dubbi…ma questa è un’altra storia…).
Le banche centrali e i governi stanno accumulando oro da anni, ma solo quando i grandi fondi hanno iniziato seriamente i loro acquisti il prezzo dell’oro si è mosso davvero.
E quando si investe in borsa su titoli auriferi come ETF o titoli minerari, sono questi i movimenti che vanno monitorati, non i fondamentali generali del trend dell’oro.
D’accordo, l’oro è influenzato da tanti fattori geopolitici e economici, alcuni dei quali sono stati trattati nei nostri articoli precedenti, ma per capire se l’oro avrà un ritracciamento o meno, se avrà un incremento rispetto ai minimi di un certo periodo ecc. devi monitorare il trend di medio periodo attraverso i due grafici che ti ho appena mostrato. Non ti serve molto altro.
Tutto dipende da dove vanno i capitali di investimento. Segui il flusso del denaro e non sbaglierai.
Ma c’è di più.
Come ti ho già accennato, quando investi soldi veri in borsa seguendo il trend dell’oro, le tue ipotesi devono sempre restare semplici ipotesi che al momento buono possono anche cambiare.
La “fede” non è ammessa in borsa.
Per questa ragione, la nostra ipotesi che il trend a rialzo è quello forte e il trend a ribasso è secondario, potrà sempre capovolgersi in futuro. E potrà accadere anche in una notte, non è detto che ci vorranno anni.
Ecco perché non solo devi stare attento a dove prendi le tue informazioni (evita i blog complottisti, estremisti o quelli esclusivamente dedicati all’oro che non vedono il quadro generale della situazione), ma anche il tuo portafoglio titoli deve essere sempre pronto a “cambiare idea”.
Non ha alcun senso comprare solo titoli auriferi, se non in certi momenti di particolare rialzo dell’oro o di particolare crisi di tutti gli altri settori.
Ad esempio, il nostro servizio di segnali di borsa Strategie Weekly sta seguendo da vicino il trend dell’oro.
C’è stato un breve periodo, subito dopo il Brexit, che il portafoglio di Strategie Weekly si è liberato di tutti gli altri titoli azionari tenendo solo quelli auriferi.
Ma quando la situazione è cambiata, il suo team ha nuovamente ricostruito un portafoglio meno sovraesposto ai metalli preziosi.
Solo per breve tempo, il portafoglio sovraesposto all’oro ha corrisposto all’ipotesi “fine del mondo” imposta dal Brexit.
Ma ora il nuovo portafoglio equilibrato risponde all’ipotesi “stai nel mezzo fra rialzi e ribassi dell’oro” che ti ho spiegato in tutto questo articolo.
Nell’attuale portafoglio, un titolo legato all’argento è stato venduto con un rendimento del 20% poco prima della caduta di questo metallo. Altri due titoli auriferi invece restano per fare il loro lavoro nella prossima crisi (ce ne sono tante in giro che possono scoppiare da un momento all’altro, basta pensare agli stress test dell’UE sulle banche italiane, alle elezioni in America, alla Turchia, alla Cina, ecc.).
Il resto dei titoli azionari invece cercheranno di ottenere un rendimento negli intervalli fra una crisi e l’altra.
Ecco cosa intendo per “portafoglio che sta nel mezzo fra un rialzo e un ribasso dell’oro”…
L’importante in questo caso è saper usare i titoli auriferi sia come leve del portafoglio, sia come “hedge”, cioè come titoli che proteggono i rendimenti dalle crisi.
Non lo potresti mai fare seguendo solo i consigli di chi segue esclusivamente i trend dell’oro…
La borsa oggi non consente ingenuità e se non segui anche tutti gli altri trend su cui puoi ottenere una efficace diversificazione del rischio e del rendimento, stai praticamente suicidandoti come trader.
Spero che questo articolo ti abbia aiutato ad aprire gli occhi su come va letto davvero il trend dell’oro, senza fantasie, né ingenui entusiasmi, ma con la mente ben focalizzata sul tuo unico obiettivo: guadagnare in borsa.
E se vuoi vedere in pratica come si costruisce e si gestisce un portafoglio “disincantato” di questo tipo, perché non fai un abbonamento mensile a Strategie Weekly? Attualmente è il servizio che sta affrontando più da vicino tutte le problematiche di cui abbiamo parlato. E finora non ha mai deluso i suoi abbonati.
Alla tua prosperità!
Il team di Strategie Weekly