Non è nostra abitudine occuparci di fatti di cronaca. Lo facciamo solo se si tratta di argomenti necessari per avere il polso dell’economia globale.

Non c’è dubbio che la guerra finanziaria tra Londra e Beijing sia uno di questi argomenti.

Ecco perché dobbiamo per forza occuparci della notizia del giorno, cioè dell’affondamento del panfilo Bayesan e la morte di alcuni dei suoi piu’ illustri occupanti, dal momento che si tratta dell’ultimo dei colpi bassi di questa disputa ormai portata ai livelli sanguinosi di una guerra fredda tipo anni ’80.

In questo articolo di maggio scorso, avevamo raccontato quella che allora era l’ultima tappa di questa guerra: l’arresto in UK di tre presunte “spie” legate alla Cina, una delle quali uccisa poco tempo dopo.

Dopo di allora, altri due eventi si sono aggiunti al puzzle, ossia, una diecina di giorni dopo, l’affondamento del Good…uria sul Lago Maggiore e, circa due mesi dopo, l’affondamento del Bayesan in Sicilia.

Tralascio di raccontare i dettagli sulle vittime e tutto ciò che è già ampiamente noto dei due incidenti. Mi limito a mettere in relazione tutti questi fatti per rendere sempre piu’ completo lo schema mentale che dobbiamo farci di questa guerra.

Anzitutto, invito il lettore a consultare la sezione “Dedollarizzazione e mondo multipolare” di questo blog e leggere tutti gli articoli relativi alla disputa fra Londra e Beijing sul controllo del prezzo dell’oro.

La perdita, da parte di Londra e New York, della possibilità di manipolare a ribasso il prezzo dell’oro e la conseguente presa di controllo della Cina su questo metallo è infatti a mio avviso un evento di grande importanza per il futuro finanziario del pianeta.

La risposta angloamericana a questa sonora sconfitta è senz’altro l’affondamento delle piazze finanziarie cinesi, che avviene in due modi:

da una parte, la sottrazione di liquidità occidentali da quelle piazze finanziarie.

Dall’altra, l’organizzazione di provocazioni, campagne di diffamazione, danneggiamenti e omicidi nei confronti dei rappresentati e degli uffici occidentali di tali piazze.

Il nostro già citato articolo di maggio parla proprio della seconda di queste strategie.

La prima invece, ossia l’esodo dei capitali occidentali da Hong Kong e Shanghai è un fatto ampiamente noto e documentato anche nei media finanziari ufficiali. L’ultimo dei grafici che abbiamo pubblicato pochi giorni fa su Telegram lo mostra chiaramente :

La curva rossa, indicante i flussi di capitali occidentali investiti nei titoli quotati allo Shanghai Composite Index, mostra che tali capitali si sono dileguati e hanno raggiunto un flusso negativo, cioè i deflussi non vengono piu’ compensati da nuovi afflussi.

Ora, contrariamente alla Russia, la Cina ha un’economia in cui la parte finanziaria ha un peso rilevante sull’economia reale.

D’altro canto però, la finanza cinese non ha ancora la liquidità, la raffinatezza e l’ampia gamma di strumenti di quella occidentale. Perciò la perdita di capitali esteri ha un impatto notevole sulla capacità di adottare gli stessi strumenti finanziari che in occidente vengono usati per sostenere l’economia reale.

Per non parlare del fatto che, ultimamente, i grandi fondi di investimento occidentali stanno sottraendo liquidità non solo alle borse e ai titoli, ma direttamente all’economia reale, disinvestendo le loro partecipazioni a società e progetti cinesi.

E’ questo il quadro entro cui va contestualizzata l’eliminazione diretta di importanti elementi dei servizi segreti occidentali che la Cina ha effettuato per rappresaglia, mettendo a segno i due importanti affondamenti di imbarcazioni nelle acque italiane.

Per quanto riguarda il Bayesan, bisogna tenere presente che ormai non è piu’ possibile per giornalisti o analisti esterni ricostruire l’esatta dinamica dell’evento.

Infatti ai sopravvissuti, che potrebbero fornire testimonianze dirette sui fatti, è stato imposto il silenzio stampa, mentre dai video satellitari in dotazione dei servizi metereologici, che potrebbero mostrare le reali condizioni meteo durante l’affondamento, sono state cancellate le immagini precedenti, contemporanee e seguenti l’affondamento.

Dovremo quindi accontentarci della ricostruzione che prima o poi ci verrà fornita dalle autorità o dalla magistratura, sulla cui discutibile affidabilità abbiamo avuto, negli ultimi 70 anni, migliaia di esempi negativi, sia in Italia che all’estero.

Personalmente, tra le ipotesi degli esperti del settore, quella che piu’ mi sembra plausibile è l’hackeraggio dei sistemi elettronici del panfilo, che avrebbe potuto provocare l’apertura indesiderata di tutti i punti d’ingresso necessari ad imbarcare l’acqua che, nei 16 minuti in cui sembra si sia consumata la tragedia, ha provocato l’affondamento dell’imbarcazione.

Tendo ad escludere sia l’argomento complottista del “raggio laser”, sia quello mainstream del dolo intenzionale o dell’apertura avventata dei portelli da parte del capitano, considerato un esperto del settore e con una reputazione difficile da intaccare.

Ad ogni modo, quello che ci interessa di piu’ è il fatto che, se si inserisce l’incidente in uno schema piu’ ampio di eventi, esso assume molto piu’ senso di quanto non appaia dalle notizie decontestualizzate dei media.

L’aumento, in un lasso di tempo cosi’ breve (da maggio ad agosto), di crimini legati ai servizi segreti occidentali non può essere una coincidenza ed è già di per sé una chiara indicazione:

il primo di questi eventi, di cui ci siamo occupati a maggio, ci aveva fatto capire che la guerra finanziaria era ormai diventata appannaggio dei servizi segreti e non era piu’ limitata ai consueti crimini finanziari, quali la manipolazione dei prezzi e dei capitali.

L’affondamento del Good…uria sul Lago Maggiore, ci ha poi fornito utili indicazioni sul fatto che i flussi di capitali legati al traffico di droga (in particolare quelli provenienti dal Kosovo, il piu’ importante snodo della droga in Europa) hanno per l’occidente la stessa importanza dei flussi finanziari normali e sono stati inseriti in un’unica strategia di preservazione della liquidità dalle minacce dei paesi “nemici” (è noto che le “spie” uccise in quell’incidente stessero pianificando azioni in Kosovo).

Infine, l’affondamento del Bayesan sembra essere una disperata rappresaglia dimostrativa con cui i Cinesi hanno deciso di vendicarsi della grave emorragia di capitali che sta mettendo a dura prova la loro economia.

Contrariamente a quanto dicono i complottisti, l’economia cinese è ancora basata sull’essere un contrappeso commerciale e finanziario di quella occidentale.

L’economia “multipolare” che ci si auspica venga instaurata dai BRICS o dalla SCO è ancora in uno stato embrionale ed è del tutto insufficiente a sostenere un paese commercialmente aperto e globalizzato come la Cina.

Vedersi escludere ogni giorno di piu’ dalla cooperazione con l’occidente dev’essere fonte di grande stress e agitazione per le autorità cinesi.

Lo stesso stress che Londra, dal canto suo, prova nel veder ridurre in modo crescente la sua centralità finanziaria, che era ormai l’unico aspetto in grado di tenere ancora in piedi la sua economia, sempre piu’ inutile e marginale nel mondo.

Questi due paesi dunque stanno scaricando l’uno sull’altro la loro disperazione in attentati e ritorsioni sempre piu’ efferati e plateali.

Tale rivalità contribuisce a peggiorare i rapporti già di per sé molto precari fra tutti gli altri paesi e accelera la fine della globalizzazione, questo processo storico-economico di grande portata e dagli esiti imprevedibili che andrebbe studiato in modo imparziale, lontano dalle semplificazioni dei “complottisti” e dei media ufficiali, per capire prima degli altri i nuovi trend dell’economia.

Noi continueremo a farlo su questo blog e sulla nostra pagina Telegram.