Una recente ricerca della Stanford University incorona Facebook come nuovo paladino della lotta alle “fake news”.
Un bel cambio di prospettiva, dopo la graticola mediatica subita quest’anno dalla “quasi azienda di stato” americana, culminata con l’audizione di Zukerberg al Congresso degli Stati Uniti.
Quest’ultimo evento è stato infatti il segno della resa, da parte del tychoon americano, che ha dato inizio a una nuova fase nella storia di Facebook.
L’establishment statunitense ha finalmente preso il controllo di questo importante strumento di manipolazione di massa, di cui si iniziano a vedere gli effetti…
Agli inizi di ottobre, in corrispondenza con l’encomio patriottico della Stanford University, Mark Zuckerberg ha annunciato di aver eliminato 800 editori indipendenti dalla sua piattaforma, accusati di diffondere “spam” politicamente impegnato.
A differenza di quanto si possa pensare, questa censura non si è limitata ai soli profili pro-Trump, ma si è estesa a tutto lo spettro politico, da destra a sinistra.
Certo, una delle pagine di Facebook “non piu’ pubblicate” – il termine politicamente corretto della nuova gestione per “censurato” – era di un gruppo che afferma di essere stata “la prima pubblicazione a sostegno di Donald J. Trump”. Altre due si chiamavano L’ala destra e The Voice of Trump’s Deplorables.
Ma un’altra pagina cancellata da Facebook era di sinistra: Le persone ragionevoli si uniscono. Come altre due i cui titoli non lasciavano dubbi: Ci manchi Obama e Giovani voci progressiste.
Molte delle pagine purgate erano membri della stampa alternativa con punti di vista libertari e anti-establishment, come:
Il progetto del pensiero libero, L’anti-media, Libertari punk-rock, Fine della guerra alla droga, Skeptic Society, Ti devo solo non aggressione, V è per volontario, e Libertarian for President 2020.
E non si tratta di pagine amatoriali di qualche povero esaltato.
Il progetto del pensiero libero aveva 3,1 milioni di followers, mentre L’anti-media ne contava 2,1 milioni…
La purga di Zukerberg non è rivolta a repubblicani o democratici … conservatori o liberali.
Nemmeno ha come obiettivo l’eliminazione di pagine di bassa qualità o volgari.
È rivolto a TUTTO il pensiero e il dissenso anti-establishment che si è sviluppato proprio grazie ai social, ma del tutto fuori dal controllo dall’establishment.
Facebook ha anche espulso organizzazioni indipendenti che possiamo definire di “sorveglianza sociale”.
Un certo numero di pagine ormai chiuse pubblicava storie, meme e video focalizzati sui misfatti di entità governative e soprattutto della polizia, fra cui Polizia della polizia, Poliziotti, e No Victim No Crime.
Il fatto è che le forze di polizia in tutti gli Stati Uniti sono state militarizzate. Ogni piccola città ha una squadra SWAT, a volte con mezzi blindati, mentre le agenzie di stile pretoriano a livello federale – l’FBI, la CIA, l’NSA e una dozzina di altre simili – sono diventate un potere nel potere.
Ogni giorno negli Stati Uniti, ci sono decine di confische di conti bancari e centinaia di persone ricevono la visita di qualche agenzia governativa che butta giu’ le loro porte di casa nelle prime ore della notte …
Facebook si è perfettamente adeguato a questo clima, inaugurando il suo nuovo volto autoritario e liberticida con la consulenza di Nathaniel Gleicher, responsabile della Cybersecurity Policy della multinazionale, dopo aver avuto la stessa funzione presso il National Security Council degli Stati Uniti alla Casa Bianca.
Il segno visibile di questa “occupazione militare” di Facebook è il “manifesto” liberticida pubblicato da Gleicher nella sezione “news” del sito, di cui consiglio vivamente la lettura, per chi legge l’inglese (già aprendo la pagina, si ha un senso di disagio…).
In questo “manifesto” minaccioso, Facebook/Gleicher spiega di non voler piu’ tollerare le pagine che, indipendentemente dalla loro posizione politica, usano contenuti sensazionalistici per indirizzare traffico verso i loro siti web.
Nella sua apparente imparzialità politica, questa dichiarazione introduce un concetto nuovo nello stile della censura moderna.
Non è piu’ bandito chi ha determinate idee politiche, ma chi semplicemente si esprime in un modo che all’establishment non piace.
Le motivazioni del bando diventano quindi molto meno oggettive e si avvicinano alla semplice antipatia personale o soggettiva del “sovrano”.
Facebook mostra cosi’ di conservare la discrezionalità assoluta di una impresa privata, che per definizione puo’ fare cio’ che vuole delle sue pagine, pur avendo ormai assunto una funzione pubblica di importanza globale, che richiederebbe una responsabilità e una trasparenza altrettanto “pubbliche” nelle sue scelte editoriali.
Grazie a questa comoda ambiguità di fondo tra pubblico e privato, non solo Facebook, ma anche tutte le altre aziende “quasi di stato” americane (Google, Twitter ecc.) hanno cancellato, nello spazio di poche settimane, la voce di centinaia di gruppi di opinione in cui venivano elaborate le istanze della politica futura dell’occidente.
Al momento percio’, gli Stati Uniti hanno in qualche modo interrotto la naturale alternanza generazionale delle idee senza cui la democrazia non puo’ esistere.
L’occidente viene cosi’ costretto a vivere in una campana di vetro dove nessun germe di cambiamento puo’ sorgere in modo spontaneo dalla società.
Saremo sempre piu’ costretti a una vita intellettuale fittizia, lontana dalla realtà, in scenari costruiti ad arte dai media, che ci propinano movimenti di rivendicazione creati a tavolino e del tutto inoffensivi, come quelli del gender, del clima e della violenza sulle donne.
L’occidente si separa completamente dal suo futuro.