Il valore di bitcoin, come quello di tutti gli asset da investimento, è influenzato dal ciclo economico globale, che però, dal 2022 in poi, si trova in una fase di stallo.

Un confronto approfondito tra bitcoin e questo ciclo ci porta perciò alla sorprendente ipotesi che in realtà il famoso ciclo quadriennale di bitcoin, legato alle sue fasi di dimezzamento dell’halving, potrebbe in realtà non essere ancora partito, oppure essersi sviluppato con un ritardo molto piu’ esteso di quanto immaginiamo.

Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

Cos’è il ciclo economico globale

Il ciclo economico globale è formato dall’alternanza delle fasi di espansione e di contrazione dell’economia mondiale.

L’espansione e la contrazione del ciclo sono dovute alle dinamiche di crescita economica e inflazione e al modo in cui le banche centrali reagiscono a queste dinamiche, modificando i tassi di interesse e le condizioni di liquidità.

Contrazione

Una crescita eccessiva e troppo rapida dell’economia porta a un aumento dell’inflazione.

Se l’inflazione inizia a preoccupare, le banche centrali decidono di incrementare i tassi di interesse e inasprire la politica monetaria per cercare di rallentare la crescita.

Man mano che  l’economia rallenta e l’offerta di beni e servizi inizia ad eguagliare e poi a superare gradualmente la domanda, i prezzi scendono o aumentano molto meno.

In questa fase, le aziende iniziano a licenziare il personale (ovvero aumenta la disoccupazione) e le persone fanno fatica a pagare il mutuo, a mettere il cibo in tavola, ecc.

Espansione

A questo punto, le banche centrali riprendono ad abbassare i tassi e ad allentare la politica monetaria per stimolare la crescita.

Quando l’economia globale torna ad espandersi, la domanda tende di nuovo a superare l’offerta, i prezzi dei beni e servizi tornano ad aumentare e anche il valore degli asset da investimento si incrementa.

Questo è in breve lo schema del ciclo economico globale.

Fattori che guidano il ciclo economico

Come si misura l’andamento di questo ciclo?

In pratica, basta tenere presente questo schema:

Liquidità -> Condizioni finanziarie -> ISM

ISM

L’ISM è un indice determinato in America dall’Institute for Supply Management attraverso indagini sulla propensione agli acquisti e agli investimenti delle aziende.

In pratica, un ISM in aumento indica che le imprese tendono a investire e a espandere le loro attività, mentre quando ISM decresce, è vero il contrario.

In altre parole, possiamo considerare l’ISM come una misura dell’espansione e della contrazione di un ciclo economico.

In base allo schema riportato sopra, l’ISM, quindi il ciclo economico stesso, è determinato principalmente da due fattori: liquidità e condizioni finanziarie.

Specificamente, le condizioni finanziarie guidano la liquidità e le condizioni di liquidità guidano l’ISM.

Condizioni finanziarie

Le condizioni finanziarie sono generalmente considerate l’insieme di questi elementi:

Dollaro statunitense: la valuta di riserva globale

Tassi di interesse: il costo del denaro in prestito

Petrolio: la principale fonte energetica utilizzata per produrre/trasportare tutto a livello globale

Materie prime: i materiali utilizzati per costruire e produrre beni a livello globale

Liquidità

Nell’economia moderna, la liquidità è in gran parte creata dalle banche attraverso la creazione di credito.

Le banche centrali, aumentando o abbassando i tassi d’interesse, facilitano o reprimono la creazione di questo credito, aumentando o riducendo quindi la liquidità del sistema.

Ora, tenendo presente tutto questo, vediamo in concreto cosa sta succedendo al ciclo economico attuale.

Lo strano andamento del ciclo economico attuale

Il grafico qui sotto mostra chiaramente un paio di fasi di espansione e contrazione (salite e discese della curva) dell’ISM del passato (tra il 2016 e il 2022).

Quando però arriviamo al 2023, vediamo che la fase di risalita, che dovrebbe seguire all’ultima discesa della fase precedente avvenuta nel 2022, non è ancora iniziata.

Dal 2023 infatti l’ISM è rimasto bloccato in una fase di oscillazione laterale che dura ormai da 29 mesi, quindi da ben prima dell’inizio della guerra commerciale iniziata da Trump (la fase di stallo è compresa nelle due linee verdi verticali):

Lo stallo dell’ISM parte quindi da quando:

  • la Federal Reserve ha iniziato ad aumentare i tassi d’interesse, e
  • la guerra in Ucraina ha iniziato a minare le basi della globalizzazione, creando due poli opposti valutari e commerciali in oriente e in occidente.

Nel 2025, il cambio di amministrazione negli Stati Uniti, ha fatto pensare a molti che la nuova presidenza avrebbe modificato le condizioni che avevano creato la fase di stallo dell’ISM.

Per tale ragione, alcuni elementi che guidano l’ISM: l’indice del dollaro statunitense e il tasso d’interesse USA a 10 anni (guarda lo schema precedente) erano iniziati a decrescere.

Nel frattempo la BCE e la Banca centrale cinese avevano iniziato un nuovo grande ciclo di allentamento monetario (riduzione dei tassi d’interesse), tuttora in corso, che ha contribuito a far aumentare l’altro fattore che influenza l’ISM, cioè la liquidità globale (ora già ai massimi storici, come attesta il grafico):

A un certo punto, però, l’inizio della guerra commerciale di Trump con il duello sui dazi con la Cina ha frenato, almeno temporaneamente, la possibile ripresa di un trend a rialzo dell’ISM generato dai tre fattori citati.

Se la guerra commerciale in corso tra USA e Cina non dovesse risolversi, l’aumento dei prezzi dei beni a causa dei dazi e un rallentamento della crescita economica dovuto all’incertezza nei costi commerciali/produttivi potrebbero tradursi in una minore liquidità globale nel breve termine.

E questo ci riporterebbe nella stessa situazione in cui siamo stati negli ultimi due anni: quella cioè di un ISM intrappolato in un range ristretto di stagnazione.

Come comportarsi in un mercato “congelato”

La correlazione tra bitcoin (curva bianca) e l’economia globale rappresentata dall’indice ISM (curva blu) è fin troppo ovvia:

Il motivo per cui bitcoin non sta ancora seguendo l’ultima parte in rialzo della curva blu, è che gli investitori ritengono che quel pezzo di curva potrebbe essere annullato rapidamente dal deteriorarsi delle condizioni economiche dovute alla guerra commerciale.

Basti pensare al fatto che, ad esempio, nel momento in cui scrivo, il 60% delle merci che la Cina si apprestava ad esportare in questo mese è fermo nei porti.

Una situazione molto simile al blocco delle merci durante i lockdown del Covid.

Se tale blocco non dovesse risolversi presto, potremmo arrivare rapidamente a un congelamento economico simile a quello creato dal Covid, con conseguente congelamento dei cicli, non solo di bitcoin, ma di tutti gli altri asset di borsa.

Ci troviamo quindi in una situazione mai accaduta prima, che per la prima volta nella storia è riuscita a fermare (almeno nel medio termine) l’andamento ciclico quadriennale di bitcoin, che pure è legato a un fattore economico fondamentale (l’halving).

Prima di poter vedere la ripresa del ciclo economico globale, è possibile che bitcoin e gli altri asset di borsa instaurino cicli a rialzo di medio-breve termine, generati però da fattori temporanei non legati al ciclo generale.

In ciascuna di queste fasi di rialzo è consigliabile ridurre i portafogli e attendere la ripartenza del ciclo vero e proprio.

La ripresa del ciclo economico e dei cicli a lungo termine di bitcoin e degli altri asset potrà essere valutata con l’aiuto dei numerosissimi indicatori che seguiamo e che dovranno riprendere gradualmente il loro assetto “normale”.

Solo la ripresa del ciclo economico globale potrà darci il segnale per riprendere le nostre abituali strategie di investimento.

In questo blog, nel nostro canale Telegram e nella nostra newsletter gratuita vi terremo costantemente aggiornati in modo da fornirvi il nuovo segnale di avvio prima degli altri media (e chi ci segue da tempo, sa che lo abbiamo sempre fatto in passato…).