Sono passati appena due mesi da quando la nuova forma di coronavirus, nota come COVID-19, è stata scoperta per la prima volta a Wuhan; e già a gennaio, quindi fin dall’inizio di questa vicenda, diverse città della provincia di Hubei erano in stato di blocco totale, con circa 60 milioni di cittadini cinesi in quarantena.
Questa rapida risposta, molto diversa da quella che si ebbe circa dieci anni fa con la SARS, sarebbe stata quasi impossibile senza i social media.
L’app di messaggistica WeChat da sola ha un miliardo di utenti in Cina; il che significa che le notizie viaggiano velocemente ed è possibile organizzare mobilitazioni di milioni di persone in tempi sorprendentemente brevi. Ma questo non è l’unico apporto positivo dei social …
Con le misure di quarantena che mantengono le persone a casa, nell’ultimo mese la domanda di servizi online ha iniziato una forte espansione.
Meituan-Dianping, importante azienda di consegna a domicilio di generi alimentari, ha lanciato il mese scorso la “consegna senza contatto”, grazie alla quale i clienti possono chiedere al corriere di consegnare il cibo a domicilio o in un altro luogo designato tramite app. Ovviamente, con 60 milioni di persone costrette a casa, gli ordini di consegna di Meituan sono aumentati di quattro volte rispetto a un anno fa.
Anche i veicoli a guida autonoma stanno avendo un utilizzo crescente, consegnando merci in luoghi come Pechino, Shanghai e Shenzhen. E quando la scuola ha ripreso la scorsa settimana dopo la pausa del semestre, 50 milioni di bambini in Cina hanno iniziato a prendere lezioni da casa attraverso lo schermo di un computer (50 milioni: quasi l’intera popolazione dell’Inghilterra.)
Nel frattempo, il servizio di messaggistica per aziende WeChat Work ha registrato un aumento di 10 volte di nuovi account da quando la Cina è tornata dalla pausa del nuovo anno lunare il 10 febbraio (il che dimostra, fra l’altro, che, nonostante ciò che si sente sui media, le aziende in Cina non si sono fermate. E cosi’ anche le scuole).
Tutto questo grazie alla presenza di un fattore di cui poche persone al di fuori della Cina sono a conoscenza…
Solo quattro mesi fa, infatti, il Paese aveva attivato la rete wireless più grande e veloce del mondo, la famigerata 5G.
La rete è ancora in fase di test nella maggior parte delle province, ma è già disponibile in 50 città cinesi; e altre centinaia di città ne entreranno a far parte nei prossimi due anni.
La differenza tra la 5G e la tecnologia wireless convenzionale è come la notte dal giorno. È come essere abituati a guidare un carrello da golf e a un tratto trovarsi al volante di una Porsche.
Quindi, certo, l’epidemia di COVID-19 sta danneggiando l’economia convenzionale cinese. Sta interrompendo le catene di approvvigionamento del paese e il prodotto interno lordo potrebbe subire un colpo nel primo trimestre dell’anno.
Ma, grazie anche alla fortunata coincidenza di aver allestito l’infrastruttura necessaria pochi mesi prima, l’epidemia sta anche scatenando un’innovazione senza precedenti dei servizi online che altrimenti avrebbe richiesto anni per affermarsi.
Questa è la differenza tra un paese con un’economia ancora in espansione e i paesi occidentali destinati a un progressivo declino.
L’innovazione tecnologica, unita alla giovinezza della popolazione, in cui la maggioranza ha l’elasticità mentale e la disponibilità economica necessarie per adottare le innovazioni (in Cina, diversamente che in Occidente, le nuove generazioni hanno maggiore potere d’acquisto delle precedenti) permette al Paese di crescere in qualsiasi caso, anche nel mezzo di una crisi.
Come abbiamo ribadito in tanti altri articoli, gli “esperti” occidentali hanno un difetto di prospettiva, quando cercano di interpretare le vicende cinesi.
L’abitudine a quasi un secolo di recessione ha completamente annullato nella mente occidentale la capacità di riconoscere una economia espansiva, quando gli si presenta davanti.
E’ come se noi occidentali fossimo tornati al livello di quei selvaggi dell’America pre-colombiana, di cui si dice che, per mancanza di punti di riferimento percettivi pregressi, il loro cervello non fosse in grado di decodificare l’immagine delle caravelle di Colombo attraccate davanti alle loro spiagge. Per cui semplicemente non le “vedevano”.
Non so se questa storia è vera o è una leggenda metropolitana, ma rende bene l’idea…
Il team di Strategie Economiche