Comprendere le conseguenze economiche di una possibile revoca del governo italiano ad Atlantia, fa vedere le cose in modo del tutto diverso.
Revocare il contratto ad Atlantia significherebbe comunque che il governo dovrebbe assumersi alcune delle passività di Altantia, gonfiando il suo debito pubblico già smisurato (ultimo conteggio: 134,8% del PIL). E questo probabilmente non andrà bene a Bruxelles.
Se questa misura venisse confermata, Atlantia ha poi anche minacciato di restituire tutte le sue concessioni autostradali e potrebbe prendere in considerazione la vendita di una quota fino al 49% nell’operatore aeroportuale di Roma Aeroporti e parte della sua partecipazione nell’operatore spagnolo di strade a pedaggio Abertis e nella società di infrastrutture di telecomunicazione Cellnex.
Da quando ha acquisito parte del suo rivale spagnolo Abertis nel 2018, il totale del debito di Atlantia è aumentato a € 38 miliardi. Una fonte vicina alla società ha dichiarato che la perdita della concessione autostradale senza indennità potrebbe innescare un’inadempienza di oltre € 16 miliardi di debito appartenenti ad ASPI e Atlantia.
Fra i detentori di tale debito c’è anche la Banca centrale europea, che ha acquistato importi non divulgati di 11 obbligazioni emesse da Autostrade e altre tre obbligazioni emesse da Atlantia. Infatti fino ad ora entrambe le società erano state classificate come “investment grade”, quindi le loro obbligazioni erano legalmente acquistabili dalla Banca Centrale Europea.
Ma quel debito ora potrebbe declassato a livello “spazzatura”. Venerdì, Moody’s ha declassato Atlantia a Ba2, due tacche prima della “spazzatura”, e Autostrade a Ba1, sull’incertezza che circonda il futuro delle attività di pedaggio stradale in Italia. Anche S&P’s aveva declassato le due società a un livello vicino alla spazzatura.
Se due delle principali agenzie di rating – in questo caso, Moody’s e S&P – declasseranno Atlantia a livello spazzatura, si innescherà la vendita da parte di obbligazionisti che sono contrattualmente tenuti a detenere attività di qualità investment grade, inclusi molti fondi pensione e fondi sovrani. La BCE, sebbene non sia autorizzata ad acquistare debiti classificati come spazzatura, non sarebbe obbligata a vendere il debito già in portafoglio, una volta che è stato declassato a spazzatura.
Atlantia diventerebbe la terza società di alto profilo dopo i giganti del commercio al dettaglio Steinhoff e Dia ad aver emesso grandi quantità di debito societario accumulato dalla BCE per poi essere declassato a spazzatura.
Tutto questo per dire che la decisione della revoca della gestione delle autostrade ad Atlantia non è solo un problema politico, ma anche economico, sia riguardo alle criticità del debito italiano, sia riguardo all’intero sistema obbligazionario europeo.
E’ come se si volesse accendere un fiammifero in un deposito di polvere da sparo. Il cerino puo’ spegnersi senza conseguenze, oppure puo’ scatenare un disastro.
Ora si comprende meglio il motivo di tanti tentennamenti nel governo…
Il team di Strategie Economiche