In questi momenti incerti, c’è un investimento a lungo termine che finalmente non sembra manipolabile dalla finanza …
Sto parlando di uno dei pochi settori dove la crescita segue ancora i semplici indicatori economici della domanda e l’offerta …
Questo settore è l’energia eolica.
Nel 2016, i 54,64 gigawatt (GW) di nuova energia eolica installati a livello mondiale hanno rappresentato la seconda quota di energia più elevata aggiunta in un solo anno.
L’88% di questi gigawatt è rappresentato in 10 Paesi …
La Cina rappresenta il pezzo più grande della torta, con i suoi 23,37 GW, che ammontano al 42,8% di tutta la nuova capacità eolica messa in opera nel 2016.
Gli USA sono secondi, con 8.203 GW di nuova energia eolica, contribuendo al 15% del totale mondiale del 2016.
Dal 2001 al 2016, la capacità eolica accumulata in tutto il mondo ammonta a 486,79 GW. Anche in questo caso, la parte del leone l’hanno fatta i 10 paesi del grafico precedente, che rappresentano l’84% del totale. Di questi, la Cina ha contribuito al 34,7% e gli USA al 16,9% della capacità eolica totale.
La realtà quindi è che le energie rinnovabili come l’eolica e la solare sono le fonti di energia in più rapida crescita nel mondo.
Negli ultimi 16 anni, l’apporto annuo di nuova capacità eolica è aumentata del 740%!
Ed entro il 2021, la capacità globale toccherà gli 800 GW, con un aumento del 64% rispetto a quella attuale.
Quest’anno verranno installati circa 60 GW di nuova capacità. Una cifra che è appena sotto il record di 63,63 GW fatto nel 2015 … Ma dal 2018 in poi, le stime prevedono una nuova capacità pari a oltre 75 GW installati all’anno.
La Danimarca è fra i Paesi che più utilizzano questa fonte di energia, ottenendo da essa il 40% del fabbisogno energetico totale. Seguono l’Uruguay, il Portogallo e l’Irlanda con oltre il 20% del loro fabbisogno, appena sopra Spagna e Cipro, che coprono con l’eolico poco meno del 20% del fabbisogno.
Nonostante la Cina sia il Paese che più contribuisce alla crescita dell’eolico, essa ottiene da questa fonte di energia solo il 4% del suo fabbisogno totale, appena dopo gli USA, che coprono il 5,5% del fabbisogno.
Ma c’è un cambiamento all’orizzonte …
L’anno scorso, il 60% di tutta la nuova capacità energetica industriale degli Stati Uniti proveniva dall’eolico e dal solare, con un aumento del 40% rispetto al contributo delle rinnovabili registrato nel 2013.
Per dare l’idea della rapidità con cui questa fonte energetica si sta affermando, basta dire che il Texas aveva pianificato di aggiungere 10.000 megawatt di capacità eolica entro il 2025, ma attualmente è già andato oltre questo traguardo, avendo installato più di 20.000 megawatt entro il 2016.
A favorire questo incremento c’è anche il calo dei costi di installazione dell’eolico, che continueranno a decrescere anche in futuro.
Secondo le stime, entro il 2040, il costo degli impianti onshore dovrebbe diminuire del 47%, mentre quelli offshore scenderà del 71%.
Questi costi incredibilmente più bassi saranno il fattore chiave per una diffusione dell’energia alternativa molto più ampia di quella attuale…
Già in alcune parti del mondo, l’eolico costa $ 0.03 per chilowattora (KWh). Ciò significa che una diminuzione di soli 0,01 dollari rappresenterebbe un calo del 33% dei costi di questa fonte di energia.
Negli Stati Uniti, l’eolico è ancora più economico, raggiungendo la cifra record di 0,025 dollari per KWh.
Dal punto di vista delle borse, un settore con una crescita così lineare è una manna dal cielo:
Come si vede nel grafico, negli ultimi cinque anni, l’ETF First Trust Global Wind Energy (NYSE: FAN) ha sempre polverizzato i rendimenti totali dell’indice di riferimento, il Dow Jones Industrial Average.
Finora infatti il Global Wind ETF ha reso più del 115%, superando anche il Nasdaq.
Questo ETF consente agli investitori di accedere ai mercati esteri dell’eolico, dove si trova la maggior parte delle Società più affermate del settore.
Ad esempio, la fetta maggiore del Global Wind ETF è rappresentata dalla Dong Energy (CPH: DENERG), una società danese che ha interamente abbandonato le sue attività petrolifere per diventare un leader delle fonti rinnovabili.
Le azioni della società sono cresciute del 25% nel solo 2017.
Il Global Wind ETF ha il 18,63% delle sue partecipazioni in Danimarca e il 13,44% in Germania. Ha anche 10,68% delle aziende a Hong Kong, 11,68% in Spagna e 6,06% in Cina. Solo il 10,12% delle partecipazioni dell’ETF si trova in società statunitensi.
Riassumendo: il mercato globale dell’energia eolica sta crescendo. E saranno registrati nuovi record per la nuova capacità installata nei prossimi anni.
D’altra parte, però, non ci sono molti strumenti di borsa in questo settore…anzi, ce n’è solo uno.
In realtà, il Global Wind ETF è attualmente l’unico modo per investire in questo mercato senza dover aprire posizioni nelle borse di mezzo mondo.
Per gli investitori europei, è da ricordare che ora il dollaro è in forte deprezzamento rispetto all’euro, quindi eventuali rendimenti ottenuti da questo ETF, che ovviamente saranno in dollari, dovranno essere convertiti in euro solo alla ripresa di un nuovo ciclo positivo di questa valuta rispetto all’euro.
Questo rende il nostro ETF un asset ancora più a lungo termine, se si vogliono ottenere rendimenti in euro.
Per chi invece vuole accumulare dollari e non ha problemi di tempo, si tratta di uno dei pochi asset non manipolabili dal mercato e con una quasi matematica certezza di apprezzamento nei rendimenti.