In un articolo di giugno avevo raccontato una conseguenza imprevista della politica dei bassi tassi d’interesse perseguite dalle banche centrali di tutto il mondo.

Ora vorrei spiegarti come questa conseguenza imprevista, cioè il fatto che le banche non riescono più ad avere rendimenti dai titoli di stato, cambierà il rapporto tra le banche stesse e i loro clienti finali, cioè i correntisti come te e me.

Se sei residente in Italia, avrai forse già notato che i conti di deposito delle banche non forniscono più rendimenti, oppure se ancora ne forniscono sono sempre più prossimi allo zero.

E’ ovvio infatti che se non ci sono più titoli a rendita fissa, come i titoli di stato, da cui ottenere questi rendimenti, come potrebbe garantirteli la tua banca?

Tuttavia, nei paesi in cui i titoli di stato hanno già raggiunto il livello di rendimento negativo, cioè sono al di sotto dello zero (Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Giappone), i cambiamenti per i clienti correntisti delle banche non si riducono a questo, ma vanno ben oltre. E lo stesso accadrà ben presto dappertutto, Italia compresa.

In cosa consistono dunque i cambiamenti che dovrai affrontare?

Per capirlo, tieni presente un principio fondamentale.

In quest’ultima fase della politica dei tassi a zero:

alle banche non manca più la liquidità, mancano i rendimenti.

E’ vero, c’è stato un periodo, specialmente dopo il 2012, in cui le banche stavano perdendo liquidità in quanto era invalsa la “moda” di portare i soldi fuori dai propri conti correnti.

Negli ultimi 2 anni però questo processo si è arrestato. La gente ha visto che è scomodo tenere i soldi liquidi nel materasso o nella cassetta di sicurezza e perciò i soldi hanno ripreso a ingrassare i depositi bancari.

Ora quindi il problema delle banche è un altro.

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Per le banche la gestione di questa liquidità ha un costo e in un regime di tassi a zero i margini per coprire tali costi e trarne dei profitti si riducono fino ad annullarsi.

E’ quindi necessario trovare nuovi modi per fare profitti o avere rendimenti.

la logica conseguenza è che una banca alla disperata ricerca di profitti non guarderà più a te come a uno che porta soldi nei suoi depositi, ma come a uno a cui vendere sempre nuovi servizi a pagamento.

Un segnale del nuovo clima che si sta instaurando fra le banche e i loro clienti è possibile vederlo nell’aumento delle offerte di carte di credito in tutte le banche europee e americane.

Secondo il Financial Times, le banche americane hanno aumentato la vendita di carte di credito a un livello che non si vedeva dal 2007.

Ma questa tendenza diventerà presto un boomerang per le banche.

Se inizialmente le carte di credito sono una fonte di entrate sotto forma di commissioni sulle transazioni, in seguito, è molto probabile che molti di questi crediti diventeranno inesigibili.

Considerando che negli States il tasso d’interesse delle carte di credito varia fra il 12 e il 14%, ma in alcuni casi arriva anche al 20% e ricordando che il tasso medio di un mutuo al contrario non supera il 3,5%, capisci bene che non saranno molti i clienti che riusciranno a ripagare i loro debiti a questi tassi.

Tutto questo non farà che aumentare i crediti deteriorati delle banche, che costituiscono il problema n. 1 di tutte le grandi banche europee.

Restando però nel tema del rapporto tra le banche e i loro clienti, il discorso delle carte di credito porta direttamente a un altro argomento ad esso strettamente correlato, cioè alla

“lotta al contante” effettuata dal mondo della finanza e dalle banche.

Per “lotta al contante” intendo i tentativi da parte della finanza globale (attraverso leggi governative ad hoc) di limitare l’uso del contante nella popolazione, forzando così la gente a usare conti correnti, bancomat e carte di credito.

In Svezia il contante è già praticamente sparito dall’uso comune delle persone, non però a causa di un deliberato progetto governativo, ma più che altro per una spontanea tendenza della popolazione al suicidio economico e sociale.

Invece i paesi in cui questa lotta è perpetrata dai governi a danno della popolazione sono l’Italia e la Francia, dove le transazioni in contanti sono limitate, rispettivamente, a 3000 e a 1000 euro.

Questa misura era dettata dall’esigenza di scoraggiare la già citata tendenza alla fuga di capitali dai conti correnti (una esigenza oggi superata) e dal bisogno di controllare i denaro delle persone e renderlo disponibile in caso di confische e misure patrimoniali (esigenza ora più attuale che mai in questi governi prossimi alla bancarotta).

Ma ultimamente, il discorso della lotta al contante è diventato più complesso di così….

Ancora una volta, per scoprire le nuove tendenze dobbiamo guardare all’America.

Anche negli States la lotta al contante è pari a quella italiana in termini di misure cruente verso la popolazione.

L’Italia obbliga i vecchietti ad aprire un conto corrente, se vogliono continuare ad avere la loro pensione?

In America molte grandi catene commerciali, per risparmiare i costi e i rischi di trasporto del contante, stanno vietando l’uso del contante nei loro negozi.

Ma nello stesso paese c’è anche la tendenza opposta. Ad esempio lo stato del Massachusetts ha formalmente “vietato di vietare” l’uso del contante. Perciò, ad esempio, nessuna catena commerciale che voglia aprire negozi a Boston potrà mai vietare ai clienti di pagare in contanti.

In America ci sono forme più raffinate per controllare i soldi delle persone e perciò la lotta al contante, quando esiste, ha ragioni puramente economiche.

La rivista Harvard Business Review ha pubblicato uno studio della Tufts University in cui si scopre che gli USA spendono circa 200 miliardi l’anno per mantenere in circolazione il contante.

Quindi per il governo americano l’uso del contante è più che altro un problema di costi, proprio come lo è per le grandi catene commerciali di quel paese.

Come dicevo, la questione del contante è ancora molto variegata da paese a paese, perciò non penso che il contante sparirà tanto presto, in quanto le politiche repressive sono meno efficaci se non vengono supportate a livello globale da tutti gli stati o quasi.

Bisogna poi considerare che nel rapporto fra banche e loro clienti si stanno ultimamente inserendo fattori che fino a pochissimi anni fa erano irrilevanti, e cioè:

l’oro e le criptovalute (Bitcoin e suoi affini).

Su questo argomento, sfatiamo subito un mito molto caro ai blogger.

E’ ingenuo pensare che la tendenza che c’è oggi nei risparmiatori a diversificare i propri capitali con depositi in oro e criptovalute, contribuirà a radicalizzare lo scontro fra la gente e le banche.

E’ molto più probabile che assisteremo invece a una graduale diversificazione dei servizi delle banche anche nella direzione di facilitare i depositi in oro e in criptovalute per i loro clienti.

Facciamo un esempio: in alcuni paesi europei come l’Austria l’acquisto e il deposito di oro fisico (lingotti e monete) per mezzo delle banche è una antica tradizione.

Anche se questa “tradizione” è stata offuscata negli ultimi anni dalla lotta all’oro fisico perpetrata dalla finanza globale, ora la tendenza si sta rovesciando (ne abbiamo parlato qui).

I depositi di oro fisico stanno ridiventando “politicamente corretti” in tutto il mondo e quindi le vecchie banche austriache potrebbero trovarsi all’avanguardia di una nuova classe di servizi che prima o poi sarà offerta anche dalle banche di altri paesi.

Nell’ottica di aumentare i servizi e quindi i pagamenti da parte dei loro clienti, perché le banche non potrebbero offire assistenza per i depositi di oro e criptovalute?

Non tutti sanno che ci sono già alcuni esperimenti di due criptovalute (Ether e Ripple) create in progetti di blockchain pensati apposta per essere usati dalle banche.

Per la verità, oggi le banche sono spinte verso la blockchain da un motivo molto particolare: le multe di Obama.

Forse non sai che il Presidente degli States, sempre alla ricerca di nuove entrate per la sua bottega, ha inaugurato una stagione di multe miliardarie alle banche, come la BNP Paribas, che hanno osato violare una qualche legge americana, non però sul suolo statunitense, ma in altre parti del mondo.

In altre parole, secondo questa nuova moda, una qualsiasi banca in qualsiasi parte del mondo può essere multata per violazioni delle leggi USA che non sono state perpetrate in America. E’ come se la legge americana oggi valesse non solo negli USA, ma anche nel resto del mondo, almeno per quanto riguarda le banche.

Il motivo per cui le grandi banche colpite da questa assurda persecuzione si rassegnano a pagare le multe è che se non lo facessero, verrebbero estromesse dal sistema bancario centrale USA, che oggi funge da snodo per tutte le transazioni bancarie del pianeta.

Questo però non vuol dire che le grandi banche se ne stiano a guardare senza far nulla.

Ed è proprio la blockchain il sistema tecnologico che sta permettendo loro di accordarsi per impostare le transazioni da banca a banca senza passare per la piazza di Wall Street.

Proprio ad agosto questo processo ha avuto le sue prime applicazioni concrete.

Un consorzio di 15 banche giapponesi si sono accordate per usare la tecnologia Ripple (una delle infinite varianti della blockchain) per scambiarsi i soldi senza passare per gli USA.

Invece Deutsche Bank, UBS, Santander e la Bank of New York Mellon si stanno accordando per usare una tecnologia simile chiamata “Utility Settlement Coin”.

Anche nei Paesi non occidentali, come la Cina e la Russia, sono già attivi sistemi alternativi di transazione bancaria, creati però col metodo tradizionale che ancora utilizza un terzo regolatore (il governo cinese o russo o una loro istituzione) necessario a certificare la transazione fra destinatario e ricevente.

La blockchain invece permette transazioni sicure senza la necessità di questo terzo regolatore. E ciò renderà molto più rapido il processo di emancipazione delle banche da Wall Street.

E’ quindi abbastanza probabile che in futuro le banche useranno i loro sistemi di blockchain non solo per superare il problema delle psicomulte di Obama, ma anche per gestire le transazioni dei loro clienti.

In fondo, le banche esistono da 2000 anni e sono sempre stato in grado di rinnovarsi coi tempi. Perché oggi dovrebbe accadere il contrario?

Dunque, in conclusione, quali saranno i cambiamenti più probabili nei rapporti fra le banche e i loro clienti causate dal regime di tassi d’interesse a zero?

Le aree sensibili di cambiamento di cui abbiamo parlato finora sono:

1. limiti all’uso del contante (in alcuni paesi o in alcune banche)

2. aumento di servizi a pagamento

3. aumento dei costi dei conti correnti e sparizione del concetto di conto corrente capace di dare un rendimento

4. aumento di forme di credito a tassi d’interesse superiori a quelli ufficiali (tramite carte di credito o altre forme nascoste di tassi) e ulteriori limitazioni ai mutui e altri crediti che devono seguire invece i tassi bassi ufficiali.

Ora, però, devi sapere che…

tutti questi aspetti sono importanti, ma secondo me non sono il peggio che può accadere.

Il peggio sarà quando capirai che la tua banca potrà RIFIUTARE di darti qualsiasi servizio, senza alcun preavviso e senza la possibilità di replica da parte tua.

Molti, soprattutto in Italia, non considerano quanto sia rischiosa questa possibilità e quanto stia già facendo molti danni negli altri paesi.

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In Italia le banche sono sempre più sotto il mirino dei regolatori europei e ormai non è più un mistero per nessuno che il sistema bancario italiano è fra i meno sicuri d’Europa.

Per compensare questa scarsa qualità di sistema, le banche italiane hanno aumentato la qualità dei servizi alla clientela.

Al contrario, in alcuni paesi come la Svizzera, in cui le banche sono ritenute “sicure” e in più vivono in un sistema in cui possono ancora fare praticamente tutto ciò che vogliono, i servizi alla clientela sono sorprendentemente scarsi.

La scarsa qualità di questi servizi provoca diversi danni economici alle aziende, ma alle banche ciò non importa, perché la reputazione del sistema bancario svizzero è tale che per ora non hanno alcuna difficoltà a reperire nuovi clienti.

Questo esempio ti fa capire come cambiano sensibilmente i servizi ai clienti secondo il sistema bancario in cui ti trovi.

Una banca italiana, screditata a livello internazionale, fa di tutto per tenere dentro i suoi clienti e per accontentarli. Perciò non si sognerà mai di chiuderti un conto o rifiutarti un servizio, a meno che tu non abbia commesso delle azioni davvero gravi.

Restando ancora nell’esempio svizzero, accade invece tutti i giorni che una banca svizzera metta alla porta un cliente con pochissimo preavviso, spesso per futili motivi.

La stessa cosa succede anche nelle banche di molti altri paesi occidentali.

E il giorno in cui, come dicevo, anche per le banche italiane i depositi dei clienti saranno più che altro un peso (sopportabile solo aumentando le opportunità di guadagnarci qualcosa), dovrai anche tu considerare la possibilità di affrontare questo rischio.

Ma perché succede questo?

Nel mondo dei tassi a zero, la necessità delle banche di avere sempre più profitti dai clienti diventa ben presto una febbre.

I dirigenti delle filiali finiscono per essere messi sotto pressione e addestrano i loro subordinati a selezionare i clienti senza tanti scrupoli.

I clienti meno propensi a ricevere sempre più servizi (e quindi a spendere sempre di più) sono messi alla porta senza tanti complimenti per far entrare clienti migliori.

Una banca “moderna” può cambiare profilo gestionale da un momento all’altro.

Un mese prima la banca si dedicava a clienti con un certo capitale e con una certa capacità minima di spesa. Il mese dopo la dirigenza centrale si accorge che la banca non ci sta coi costi e decide di alzare il livello minimo di deposito e di capacità di spesa, ordinando alle sue filiali di “licenziare” i clienti che non soddisfano più questi nuovi parametri.

Tornando all’esempio svizzero, in questo paese le scadenze dei bilanci semestrali delle banche sono già diventate un incubo per i clienti.

Come in una azienda, ad ogni nuovo bilancio i dipendenti tremano perché può abbattersi sulla loro testa la scure dei licenziamenti, così nelle banche svizzere, i clienti stanno tutti a testa bassa per timore di ricevere la chiamata del consulente che ti dice: “mi dispiace, ma deve chiudere il conto entro due settimane”, senza alcuna motivazione ragionevole.

In Italia, la relativa tranquillità che sussiste nei rapporti tra banca e cliente permette ancora ad alcuni di sognare un mondo illusorio senza banche in cui si pratica il baratto sotto una pianta di fico.

Ma prova a vivere in un paese dove le banche hanno già fatto questo salto peggiorativo e quindi è facile trovarsi davvero senza uno straccio di banca che gestisca le transazioni della tua famiglia o della tua azienda.

Solo allora ti renderai conto di quanto è indispensabile la rete di servizi delle banche e quanto sia importante che la società trovi sempre nuove soluzioni per evitare che questi servizi diventino un lusso per pochi.

Hai ancora un pò di tempo (forse un anno circa) prima che anche la tua banca inizi a sentire il problema dei tassi negativi con la stessa urgenza con cui ne risentono in altri paesi e che quindi tu debba iniziare a preoccuparti.

Fino ad allora, resta sintonizzato con i nostri articoli. Stiamo preparando un nuovo servizio che ti aiuterà ad affrontare la situazione con armi molto più potenti di quelle che hai avuto finora…

Alla tua prosperità!

Il team di Segnali di Borsa

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