In un mondo di tassi d’interesse a zero, gli strumenti di investimento “sicuri” a tasso fisso come i titoli di stato non rendono più nulla.
Da ieri persino i bond di stato tedeschi a 10 anni (quelli che si usano per calcolare il famoso “spread” dei titoli di stato italiani) hanno raggiunto un rendimento al di sotto dello zero.
Una cosa scioccante!
Trovare delle alternative ai titoli di stato con cui proteggere parti consistenti del proprio capitale è sempre più difficile per l’investitore medio.
Per 30 anni siamo stati abituati a investire ciecamente nei titoli di stato più sicuri (anche attraverso fondi comuni e polizze assicurative). Ora però tutto questo sta finendo, e moltissimi investitori non sono preparati a fronteggiare un tale cambiamento epocale.
Fortunatamente, i nostri lettori almeno sono avvantaggiati.
Se hai letto gli articoli precedenti di Segnali di Borsa (o hai ricevuto le nostre email) sei già venuto a conoscenza di opportunità di investimento, come il litio, il caffè o il platino, su cui i mezzi d’informazione solitamente tacciono, ma che stanno dando ottimi risultati in termini di rendimento.
In questo articolo però ti svelo un asset davvero particolare e sorprendente, molto diverso da quelli che ho citato sopra (litio, caffè ecc.).
Questo asset è quanto di più simile ci sia a un titolo di stato, anche se non ha nulla a che vedere con lo stato.
Si tratta in realtà di una materia prima. Una delle più antiche materie prime che esistano.
Ed è talmente poco considerata dalla finanza che esiste un solo Etf americano che puoi usare per investirci:
iShares Global Timber & Forestry ETF (WOOD)
Questa materia prima è il legname.
A dirla così, la cosa sembra poco attraente.
La parola stessa “legname” evoca qualcosa di troppo “materiale” e antiquato per poter diventare un asset da investimento.
Ma le informazioni che ti darò qui di seguito, ti faranno cambiare completamente idea e sono certo che dopo desidererai avere disperatamente questo asset nel tuo portafoglio…
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Una ricerca della GMO, fondata da Jeremy Grantham della Harvard University (uno dei maggiori studiosi del settore) riporta che il legname è aumentato di prezzo per 200 anni consecutivi e come forma di investimento ha reso nel XX secolo una media del 6,5% l’anno.
Lo stesso studio predice una rendita media annuale del 4,8% l’anno per i prossimi 7 anni, sovraperformando il rendimento annuale che è capace di fare tutto il settore azionario USA aggiustato all’inflazione (e naturalmente anni luce lontano dallo 0% dei titoli di stato).
Cosa rende il legname così adatto a dare un rendimento costante di lungo termine?
Gli alberi crescono in qualsiasi circostanza economica.
Sono indefferenti ai mercati toro e orso. Crescevano anche durante la seconda guerra mondiale, nella grande depressione, con la nascita e la fine dell’Unione Sovietica e nell’attentato alle torri gemelle del 2001.
Gli alberi non crescono meno se c’è la grande recessione o la politica dei tassi negativi delle banche centrali. Loro crescono semplicemente a dispetto di tutto.
E a differenza delle altre materie prime agricole, non hanno bisogno di essere seminati, non seguono il ciclo di raccolte e semina e se ne fregano degli andamenti climatici.
Nei periodi di riduzione della domanda, non sei costretto a raccoglierli ugualmente a fine stagione e a stoccarli spendendoci soldi e rassegnandoti a farne marcire la metà nei depositi.
Anzi, se li lasci crescere, aumentano di valore, in quanto alberi più vecchi forniscono legno migliore. Perciò alla ripresa del ciclo della domanda, i produttori si ritrovano con un asset da sfruttare che nel frattempo è qualitativamente migliorato.
Grantham ha calcolato che il valore del legno ha battuto l’inflazione del 3% nell’ultimo secolo.
In time frame più contenuti, il rendimento è stato ancora migliore.
Ad esempio tra il 1971 e il 2010, il ritorno medio annuo è stato del 14%. Abbastanza da trasformare 10.000 euro in 1,5 milioni.
Il legname è anche l’unico asset che è cresciuto di prezzo durante i 3 maggiori crash di borsa del XX secolo.
In uno dei peggiori mercati orso dello stesso secolo (tra la fine del 1960 e l’inizio del 1980), il legname non ha mai avuto un anno in negativo.
Nel 2008, quando la borsa USA è crollata del 38%, il legno è aumentato del 9,5%.
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E vogliamo parlare dell’inflazione?
Un altro studioso del GMO, Larry Spears, ha trovato che nel maggior periodo inflazionistico degli Stati Uniti, cioè dal 1973 al 1981, quando l’inflazione media era salita al 9,2%, il valore del legname è cresciuto del 22% l’anno, dunque molto più dell’argento e dell’oro.
Se non è questo un efficiente strumento di riserva di valore!…
…Perciò è un peccato che per noi che non siamo Americani l’unico modo per investire in questo asset sia un Etf.
Gli Etf sono quanto di meno indicato per investimenti di lunghissimo termine, perché sono soggetti ai cicli di borsa e ai cicli di emissione delle loro quote, nonché a fattori legati alle differenti performance dei produttori inclusi nel loro portfolio.
Purtroppo non puoi semplicemente comprare un Etf e tenerci i soldi dentro come faresti con un titolo di stato.
Ad esempio WOOD, il nostro Etf (l’unico per la verità esistente nei mercati), dal 2010 ha sottoperformato l’indice di borsa USA, perché per il 56% il suo portfolio è composto da produttori esteri, che hanno avuto perdite a causa del dollaro più forte rispetto alle loro valute.
Quindi, anche per questo Etf, se vuoi usarlo per investire in borsa la strategia è sempre la solita che usiamo con gli altri trend di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti:
cercare un punto di minimo e entrare nel titolo quando appare una inversione a rialzo che sia duratura. Poi cavalcare il rialzo e uscire dal titolo quando si preannuncia un nuovo ciclo ribassista.
WOOD ha raggiunto da tempo uno di questi minimi storici (appunto per le sue perdite dal 2010 a oggi) e ora è risalito rompendo la sua media mobile a 200 giorni, dando così un segnale di probabile inversione stabile a rialzo.
Cinque anni di ribassi sono tanti e perciò, come per gli altri trend che abbiamo descritto in Segnali di Borsa, lo spazio per la risalita è molto elevato e quindi si possono ottenere rendimenti a due cifre percentuali.
Ribadisco che questo è il nostro solito modo per sfruttare i cicli storici in borsa, ma non ha niente a che vedere col potenziale di riserva di valore del legname, che è l’argomento principale di questo articolo.
Parlavo infatti di cercare degli asset che possano sostituire i titoli di stato, cioè qualcosa in cui ci metti dei soldi e li lasci lì per farne aumentare il valore nel lunghissimo periodo.
Con l’Etf puoi solo fare degli investimenti di medio-lungo come faresti con qualsiasi titolo azionario.
Non è la stessa cosa.
Per fare un investimento nella materia prima pura ed essere al riparo dalle fluttuazioni della borsa, l’unico modo è comprare un terreno incolto e piantarci degli alberi.
Come fa ad esempio la Harvard University, che si autofinanzia attraverso un fondo (lo Harvard Endowment Fund, il cui presidente è il solito Jeremy Grantham di cui parlavo all’inizio) che ha il 10% dei suoi asset in terreni coltivati a legname.
Negli ultimi decenni, in America, diverse altre fondazioni universitarie e fondi pensione hanno investito in terre da legname, tanto che è nata la “Timber Investment Management Organization”, che aiuta chi vuole investire in terre da coltivare a questo scopo, un pò con lo stesso criterio con cui una agenzia immobiliare gestisce per conto tuo la compravendita di un immobile da investimento e poi ti gestisce nel tempo anche gli affitti che provengono dallo stesso immobile.
Per chi ha degli agganci o delle attività produttive in America e vuole delocalizzare risorse e mettere al riparo dei capitali, è una soluzione da considerare molto seriamente.
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